In occasione della giornata FAI di Primavera dove saranno visibili luoghi solitamente non accessibili, vi racconto il borgo di Cervo, protagonista il 23 e 24 Marzo di innumerevoli visite organizzate proprio dalla FAI!
Panoramica
Panoramica
Cervo, da anni certificato tra “I Borghi più Belli d’Italia”, ha conservato intatte le sue originalissime caratteristiche di borgo medievale sul mare, protetto da torri e mura cinquecentesche e circondato da verdi colline; in paese - cui si accede attraverso le originarie porte medievali - si circola solo a piedi, in un’oasi di silenzio e serenità, tra palazzotti padronali settecenteschi e vicoli su cui aprono i battenti laboratori artigianali di ceramica, vetro, legno, cuoio, oro e porcellana. I monumenti più rilevanti sono l'antica e prima parrocchiale Chiesa di San Nicola - San Giorgio, la barocca Chiesa di San Giovanni Battista o dei Corallini, il romanico Oratorio di Santa Caterina con affreschi del sec. XVI, il medievale Castello Clavesana che ospita il suggestivo Museo Etnografico del Ponente Ligure ed il Palazzo Viale. Nei secoli XVI, XVII e XVIII i cervesi, oltre che l’olivicoltura e la marineria, hanno intensamente praticato la pesca del corallo nei mari di Corsica e Sardegna. A questo proposito si narra di un terribile fortunale che investì le barche di 150 uomini di Cervo che tornavano da una spedizione di pesca: le barche affondarono con i loro equipaggi; tanti furono i morti e tanti furono i lutti che per lungo tempo Cervo ebbe il triste appellativo di "Città delle vedove".
Per quanto concerne le manifestazioni, Cervo è nota per il Festival Internazionale di Musica da Camera che si svolge ormai da più di quarant’anni e dove i maggiori artisti d’Europa offrono concerti al chiaro di luna, da vivere in rapito silenzio. Il Festival e le rinomate Accademie musicali, hanno valso a Cervo il titolo di “Borgo della Musica”. Alle spalle del borgo le colline sono coperte da un fitto manto di ulivi che sorgono su terrazze (le “fasce”) costruite in secoli di durissima fatica; più a monte verdeggia la macchia mediterranea rimasta al suo stato naturale, ricca di flora spontanea anche rara (orchidee) e frequentata da un fauna quanto mai varia. Campagne e boschetti sono attraversati da una rete di sentieri, segnalati e tracciati, che portano sia al Parco Comunale Ciapà sia in vetta alle colline con vista panoramica
Torri e mura
L'epopea della difesa dalle incursioni saracene, che terrorizzarono il Ponente
ligure dal Mille fino a dopo il Cinquecento, è ben testimoniata dalle intatte
cerchia di mura che cingono il borgo e si sono allargate nei secoli con la
crescita del centro abitato. Lungo le
mura, e presso le porte di accesso all'abitato, sorgono torrioni a pianta
circolare; altre due torri tronco-coniche di avvistamento delle feluche dei
"Turchi" sorgono sul litorale.
L'accesso al borgo era possibile solo
attraverso le porte tutt'ora attive, rispettivamente "Santa Caterina"
a nord-est, "Canarda" a sud-est e "Marina a sud-ovest, nonchè
dal "Varco Bondai" (aperto in epoca successiva per comodità della
popolazione). Porta "Marina",
seguendo l'evoluzione delle mura dal secolo X al XVIII, ha avuto ben quattro
posizioni diverse e, infine, è stata addirittura sdoppiata in Porta Marina e
Porta San Nicola.
Il Castello
Fu costruito attorno al XIII secolo
inglobando una antecedente torre romanica. Residenza fortificata
dei marchesi di Clavesana, signori del borgo, servì anche a difendere la
popolazione dagli assalti dei saraceni. L'edificio, in pietra a pianta
rettangolare con 4 torrioni agli spigoli, fu poi trasformato in oratorio
dedicato a santa Caterina d'Alessandria, e ancora convertito in ospedale.
Oggi le sale al primo piano sono sede del Museo Etnografico del Ponente Ligure e dell'ufficio di Informazioni Turistiche. La sala al secondo piano è invece sede di mostre d'arte che si avvicendano durante il periodo estivo.
Il Museo etnografico presenta un vivace spaccato di
vita ottocentesca relativa alla casa, all'artigianato, all'agricoltura e alla
marineria, con attrezzi 'animati' da manichini a grandezza naturale e costumi
dell'epoca. E' la più preziosa e completa testimonianza del genere in tutta la Liguria di
ponente! Oggi le sale al primo piano sono sede del Museo Etnografico del Ponente Ligure e dell'ufficio di Informazioni Turistiche. La sala al secondo piano è invece sede di mostre d'arte che si avvicendano durante il periodo estivo.
Chiesa di San Giovanni
Costruita a cavallo tra i secoli XVII e XVIII, è il maggior monumento
barocco del Ponente Ligure e domina un ampio braccio di mare con un suggestivo
effetto scenografico. E' la parrocchiale dedicata a San Giovanni il Battista,
ma è meglio conosciuta come "dei Corallini" perché eretta anche
grazie ai proventi della pesca del corallo che i cervesi praticarono per secoli
nei mari di Corsica e Sardegna.
Il progetto in stile barocco, con notevoli pittoresche invenzioni, fu dell'architetto Gio Batta Marvaldi di Candeasco (piccolo paese dell'alta Valle Impero) cui morte nel 1706, successe il figlio Giacomo Filippo. L'elegante campanile, costruito alla fine della metà del XVIII secolo, fu invece realizzato su disegno del pittore Francesco Carrega di Porto Maurizio. La chiesa, a grande e unica navata, conserva al suo interno significative opere d'arte fra cui spiccano: il pulpito in marmo bianco del 1500; sull'altare laterale di sinistra il Crocefisso ligneo del Maragliano; il tabernacolo degli olii santi in marmo del '400; il fonte battesimale in marmo e ferro battuto risalente '600.
Il progetto in stile barocco, con notevoli pittoresche invenzioni, fu dell'architetto Gio Batta Marvaldi di Candeasco (piccolo paese dell'alta Valle Impero) cui morte nel 1706, successe il figlio Giacomo Filippo. L'elegante campanile, costruito alla fine della metà del XVIII secolo, fu invece realizzato su disegno del pittore Francesco Carrega di Porto Maurizio. La chiesa, a grande e unica navata, conserva al suo interno significative opere d'arte fra cui spiccano: il pulpito in marmo bianco del 1500; sull'altare laterale di sinistra il Crocefisso ligneo del Maragliano; il tabernacolo degli olii santi in marmo del '400; il fonte battesimale in marmo e ferro battuto risalente '600.
Oratorio di Santa Caterina
Eretto
nel secolo XIII quale chiesa parrocchiale del borgo, la costruzione molto
severa è in pietra da taglio, a navata unica, con una cappella laterale; al suo
interno conserva numerosi anonimi affreschi cinquecenteschi. Sopra l'ingresso, domina dall'alto un grande
affresco di San Giorgio che uccide il drago e la maestosità dell'opera
contribuisce a rendere in tutto il suo severo splendore questa chiesa romanica,
oggi sconsacrata e utilizzata come sala per mostre e concerti.
Palazzo Viale
Era la residenza di una delle famiglie più
importanti di Cervo, arricchitasi grazie alle rendite terriere ed ai traffici
marittimi. Costruito nel XVIII secolo ai limiti del quartiere detto “il Borgo” sul ciglio
di quella che diverrà la Strada Corriera “Roma-Parigi” di progetto napoleonico,
presenta prospetti definiti da cornicioni marcapiano, con aggraziate cornici in
stucco alle finestre e motivi decorativi dipinti; il vano di una finestra cieca
al secondo piano sul lato di ponente era affrescato con la figura di una dama e
di un cavaliere, dissoltasi nei recenti anni ‘70. Anche alcune persiane sono
originali del pieno Settecento.
L’ingresso ha un bel portale in marmo bianco; l’atrio e la scala sono di classica tipologia signorile genovese, con i portoncini dalla cornice modanata affacciati sui pianerottoli. L’edificio ha due piani nobili; ai tempi del suo massimo fulgore era diviso fra quattro fratelli: Gio Batta (sacerdote, 1726-1799), Giuseppe (capitano, 1730-1808), Anton Domenico (1734-1794) e Saverio (mercante, 1741-1811). Il secondo piano nobile, oggi proprietà del Comune che vi realizza iniziative culturali, è uno dei più interessanti appartamenti d’epoca conservatisi nella Riviera di Ponente, arricchito da affreschi di Francesco Carrega.
Il piccolo ingresso immette nel salone la cui volta è dipinta col motivo di Giunone, ed una serie di Virtù; temi religiosi decorano una stanza laterale, mentre nell’anti-sala, dedicata ai ritratti di famiglia, è rappresentata la caduta del carro di Fetonte.
Nella stanza meno ben conservata è raffigurato un episodio della vicenda di Tancredi e Clorinda tratto dalla “Gerusalemme Liberata”.
L’ingresso ha un bel portale in marmo bianco; l’atrio e la scala sono di classica tipologia signorile genovese, con i portoncini dalla cornice modanata affacciati sui pianerottoli. L’edificio ha due piani nobili; ai tempi del suo massimo fulgore era diviso fra quattro fratelli: Gio Batta (sacerdote, 1726-1799), Giuseppe (capitano, 1730-1808), Anton Domenico (1734-1794) e Saverio (mercante, 1741-1811). Il secondo piano nobile, oggi proprietà del Comune che vi realizza iniziative culturali, è uno dei più interessanti appartamenti d’epoca conservatisi nella Riviera di Ponente, arricchito da affreschi di Francesco Carrega.
Il piccolo ingresso immette nel salone la cui volta è dipinta col motivo di Giunone, ed una serie di Virtù; temi religiosi decorano una stanza laterale, mentre nell’anti-sala, dedicata ai ritratti di famiglia, è rappresentata la caduta del carro di Fetonte.
Nella stanza meno ben conservata è raffigurato un episodio della vicenda di Tancredi e Clorinda tratto dalla “Gerusalemme Liberata”.
L’appartamento si conclude con la sala dell’alcova, dotata di una cappella “ad
armadio” da cui officiar Messa ad eventuali malati; la camera è affrescata con
decorazioni naturalistiche e con le personificazioni del Crepuscolo e
dell’Aurora veglianti dalla morbida arcata che introduceva al talamo coniugale.
Per maggiori informazioni: www.cervo.com
Per i dettagli delle visite organizzate da FAI il 23 e 24 Marzo: www.giornatafai.it
Per altre info: noemi.damore@gmailcom
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