martedì 26 marzo 2013

Strade e strade!


Uno degli aspetti che principalmente mi affascina della Liguria, è il ritrovarsi ad "alte" quote dopo solo qualche curva in statale, ma restando sempre e comunque a contatto visivo col mare! Questa caratteristica è ben presente salendo lungo la strada dell'ex circuito di Ospedaletti. Dopo pochi kilometri, dall'Aurelia si sale sino ad avere proprio la percezione sferica dell'orizzonte, e dal giusto punto panoramico, il tramonto si perde nel mare e nel tempo!
Allo stesso tempo, questo aspetto affascinante tipico della Riviera, è sempre stato un tallone d'achille per gli scambi commerciali (e culturali) via terra, verso le limitrofe regioni. E forse è proprio questa la ragione per cui i liguri si sono sempre distinti come un popolo chiuso in se stesso..
Ma senza l'asfalto e la tecnologia moderna, come facevano i nostri avi a costruirsi una strada?
Prima della rivoluzione industriale e delle ferrovie, i mezzi di locomozione erano gli animali da carico. e l’esigenza principale era quella di trasportare le merci costituite specialmente da oggetti pregiati o comuni. Si sfruttarono così muli e cavalli. I muli, però, erano migliori, perché più adatti al nostro territorio. Infatti, potevano arrampicarsi su pendenze maggiori. Inoltre ve ne erano molti allevamenti e gli stessi potevano trasportare carichi piu pesanti (sino a 160 chilogrammi) rispetto ai cavalli. 
Persino i Romani, in Liguria, hanno seguito le cosiddette “piste” create dai Liguri, calcandone il tracciato anche con degli eserciti! 
Le mulattiere di montagna venivano pavimentate nei tratti inclinati con ciottoli piantati in uno strato sabbioso, bene incastrati fra di loro, e disponendo il loro lato più lungo in senso trasversale all’asse stradale, per frenare l’erosione da parte dell’acqua piovana e impedire agli animali ferrati di scivolare.
Il problema era quando la pendenza superava il trenta per cento: si usavano degli scalini ricavati nella roccia o cordoli di pietra, oppure si poteva fare un percorso a zig zag, senza creare dei veri e propri tornanti, ma anche senza allungare troppo il tracciato. 

Si pensi che un uomo puo portare sino a 90 chilogrammi e procedere alla stessa andatura degli animali! Ancora oggi si possono trovare le “pose” appoggiate al monte lungo i sentieri, ossia dei punti alla giusta altezza che permettevano agli uomini di adagiare il loro carico e riposarsi . 
Gli animali trasportavano le merci sul dorso, protetto da un basto con contenitori diversi, adatti a carichi differenti. Il baricentro dell’animale, in base al carico, non si spostava troppo, permettendo alla muscolatura delle sue zampe di lavorare bene. Quando un prodotto, come i blocchi di marmo, non era divisibile, veniva caricato su una slitta e trainato da un paio di buoi.
Tuttavia, i mezzi su ruota potevano essere trainati da equini o bovini con minore attrito rispetto alle slitte, ma su pendenze minori. 
Grande era la differenza tra un traino destinato al traporto delle persone e quello destinato alle merci! Nel trasporto di persone, già in età romana, si potevano usare vari tipi di carrozze. Dove la strada permetteva un passo piu veloce (strade pianeggianti con poca pendenza) vi era una cura migliore, con stazioni per il cambio degli animali e dei conduttori, per permettere una rapida percorrenza di ampie distanze. La necessità dell’Impero di possedere un canale di favore (cursus publicus) per le esigenze amministrative e di sicurezza garantiva l’esistenza di queste reti. In Liguria solo la via Julia Augusta è potuta entrare in questa rete. Tutte le altre strade romane della Liguria, come quelle dei valichi alpini, erano mulattiere. 
Il discorso cambia radicalmente per il trasporto delle merci, anche durante l’Impero. Un carro poteva portare circa 800 chilogrammi di merce e veniva munito di un numero necessario di muli o cavalli in base alla pendenza della strada. Le strade che occorrevano per i carri avevano caratteristiche diverse dalle mulattiere: non potevano superare il quindici per cento di pendenza, dovevano essere piu larghe e le curve dovevano avere un raggio di almeno cinque metri per permettere al carro di girare.

Oggi, c'è veramente da stupirsi nel vedere lo stato in cui versano le nostre strade! Se si pensa che tratti ciottolati, come Piazza Colombo a Sanremo, hanno resistito al transito di animali, carrozze, persone per secoli, vedere una via appena asfaltata che si riempie di "crateri" dopo le prime piogge stagionali, fa davvero riflettere e riempie l'animo di domande!
Ma se nella costruzione di reti stradali non abbiamo fatto grandi progressi, in una cosa abbiamo senz'altro fatto grandi passi: l'espansione culturale!
Oggi i prodotti della nostra terra sono conosciuti in tutto il mondo, la storia dei nostri borghi è oggetto di studi universitari statunitensi! 

Insomma, anche se materialmente non possiamo viaggiare facilmente, le emozioni della Liguria sono comunque arrivate nel cuore di tutti!

Noemi D'Amore

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