lunedì 18 marzo 2013

Montegrazie: quando visitare un Santuario è come leggere un "fumetto"!

Se vi trovate a passare nella valle di Caramagna, sulle alture di Porto Maurizio, non potete non proseguire ancora 1km per raggiungere Montegrazie, un paesello le cui case presentano la tipica architettura ligure. Su un piccolo promontorio, circodato dai verdi uliveti e sporto come una finestra sul mare, si erge il Santuario di Nostra Signora delle Grazie.

Le origini risalgono ad una leggenda che il popolo ancora oggi ricorda.
Nel XIII secolo, in una famigliola rurale di Moltedo, poco distante da Montegrazie, viveva una povera ragazza sordomuta sino dalla nascita, che custodiva le pecore.
Un bel mattino d'autunno la pastorella, che aveva circa quindici anni, si fermò nel punto detto la "Chiappa" cioé proprio nel valico della collina che allora era una vasta pineta la quale copriva tutto il fianco occidentale del Battaiosa.
La tradizione narra che in quell'ora mattutina, la piccola sordomuta ebbe una celestiale visione: "la bruna Signora riccamente vestita con un vezzoso bimbo in braccio, fra un'aureola di argento e di luce", la quale le disse: "Va da tuo padre e digli che qui faccia edificare una chiesa in onore della Beata Vergine e sappi che io sono proprio Essa, la Madonna, che te lo ordina". La fanciulla corse dal padre e raccontò con vivissima commozione l'avvenimento! La notizia della guarigione della ragazza si propaga per le valli, tutti accorrono alla casa della pastorella, tutti desiderano sentire il racconto dell'avvenimento, e tra la commozione generale, la pietra ove la Madonna posò il piede viene coperta di fiori e di baci. Così in breve il Santuario fu edificato.

Il Santuario venne edificato nel 1450, come riportato da una iscrizione sull'architrave dell'ingresso, accanto ad una preesistente torre con cisterna, probabilmente utilizzata per l’avvistamento delle incursioni saracene. Proprio grazie a questo antico campanile, oggi il Santuario è uno splendido esempio di edificio tardogotico con reminescenze romaniche, in pietra lavorata con estrema precisione. Questo non è certo un caso isolato se si pensa che la Liguria di Ponente è stata una meta significativa per gli antelami, artigiani specializzati nella lavorazione della pietra, che trovarono qui in Riviera un luogo ideale dove mettere in pratica la loro arte, grazie soprattutto alla materia prima ampiamente presente!
L'interno è a tre navate, separate da due ordini di quattro colonne che sorreggono archi a sesto acuto. Ma quello che piu lascia senza fiato, non è tanto la struttura, quanto il contenuto pittorico del Santuario. La prima opera a meritare di essere menzionata, è senz'altro il polittico di Carlo Braccesco del 1478, composto da 19 scomparti su fondo oro, unica opera firmata dall'evoluto pittore lombardo, raffigurante nel pannello centrale la Madonna in trono col Bambino. Inoltre, il Santuario è custode del più completo ciclo di affreschi della seconda metà del Quattrocento e dell'inizio del XVI secolo dell'intero Ponente ligure, realizzato da quattro artisti. I fratelli Tommaso e Matteo Biasacci da Busca nel 1483 affrescarono la parete di sinistra con scene della "Vita delle anime nell'oltretomba", con significativi riquadri dei castighi infernali, della cavalcata dei vizi e delle virtù e della buona e della cattiva sorte, sovrastati dalla Città celeste; dipinsero inoltre l'abside di sinistra con scene della "Vita del Battista". Lo stile è popolaresco, di tipica matrice piemontese, con felici soluzioni cromatiche! L'abside laterale destra è stata affrescata nel 1498 da Gabriele della Cella di Finale con scene della "Vita di san Giacomo di Compostella". La parete destra, infine, accoglie frammenti di dipinti parietali realistici e quasi ingenui della "Passione di Gesù" di Pietro Guido da Ranzo, d'inizio Cinquecento.

Entrando in questo Santuario, si viene catapultati in un'altra dimensione, dove l'arte non è rappresentata da enormi quadri o statue religiose, bensì diventa parte integrante della struttura stessa! E' come essere di fronte ad un immenso libro aperto, dove le pareti prendono la leggerezza di pagine colorate, travolgendo al contempo l'animo di chi le osserva con la loro forza simbolica!



Noemi D'Amore

Si ringrazia il sito www.santuariomontegrazie.org per il materiale fotografico.

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