martedì 4 giugno 2013

La Villa e Alfred Nobel

Considerata ormai un'oasi di guarigione, la Riviera dei Fiori conobbe alla fine dell'Ottocento innumerevoli personaggi illustri, venuti a trascorrere un periodo di relax tra le dolci colline e la brezza marina. Come si è visto raccontando la storia della Chiesa Russa, Sanremo divenne una meta d'élite e forse fu proprio una ragione medica che spinse Alfred Nobel a trasferirsi nella bella città acquistando la villa degli eredi del Cavalier Patrone nel 1891, per 200.000 Lire.
Dovete sapere che Alfred Nobel, nato a Stoccolma il 21 ottobre 1833, dovette la sua fortuna alla scoperta di come utilizzare, al posto della polvere da sparo, la nitroglicerina, inventata nel 1847 dal geniale medico e chimico piemontese Ascanio Sobrero (quasi tutti voi avrete curato la tosse almeno una volta con lo sciroppo balsamico "Sobrepin"!). Ma nonostante il suo contributo, e quello dei suoi fratelli, nella guerra di Crimea con le preziose bombe sottomarine, Alfred trascorse la sua vita combattuto tra gli esperimenti con gli esplosivi, e quindi con micidiali armi da guerra, e la ricerca di dialoghi democratici. Infatti  il suo interesse umanitario lo coinvolse nel ridurre la povertà, cancellare i pregiudizi, debellare l'intolleranza, eliminare l'ingiustizia. L'ovvio epilogo di un simile impegno sociale fu l'appoggio di movimenti e conferenze pacifisti, che fin dal 1890 Alfred cominciò a finanziare. Il 27 novembre 1895 Nobel redasse il suo testamento definitivo con il quale destinò quasi tutte le sue proprietà alla creazione di una fondazione, i cui proventi avrebbero dovuto essere conferiti annualmente come premio a coloro i quali, nel corso dell'anno precedente, avessero reso all'umanità il miglior servizio nei campi della Fisica, Chimica, Fisiologia, Medicina, Letteratura e Pace. Ancora oggi, il Premio Nobel è un'onorificenza di valore mondiale!
Ignacio Manuel Altamirano, "vicino di casa" di Alfred, e del quale troviamo una statua commemorativa nel parco di Villa Ormond, forse non fu troppo entusiasta nel sapere che il Comune concesse allo scienziato il permesso di costruire un pontile di ferro che si protendeva per oltre trenta metri nel mare con lo scopo di fare esperimenti balistici con le torpedini. Lo stesso malcontento si percepì anche in casa dell'avvocato Rossi, proprietario di un'altra villa confinante che Alfred dovette acquistare per tacitarne le vivaci proteste. Certo trovarsi con un chimico come vicino di casa, seppur pacifista, evitava, se non altro, le solite liti da condominio!
Nobel nominò la sua dimora "mio nido" e, probabilmente su consiglio dell'amico Marsaglia, conosciuto durante lo scavo del Traforo del Gottardo, affidò la ristrutturazione all'architetto Pio Soli. L'architetto, con la collaborazione di Carlo Gastaldi, effettuò la sopraelevazione di un piano del corpo centrale, realizzò il tetto in ardesia a scaglie di pesce, mansarde con finestre ad oculo, merletto di ferro battuto all'apice del tetto. Lasciò immutata la torretta moresca che risultò perciò stranamente più bassa della casa. le formelle quadrate tra le finestre del piano sopraelevato furono decorate da "un pittore in tunica sui ponti, che non finisce mai di lavorarci a graffire, sospeso lassù in alto, sotto il tetto", come ricordava il poeta Pastonchi. 
Il professore svedese A. Key, che ebbe l'onore di essere invitato a cena da Alfred Nobel, descrisse così gli interni della sua villa:
"La villa aveva due grandi verande di vetro con vista sul mare; da un lato c'era un gruppo di mobili in vimini con sofà e poltrone; l'altro lato era decorato da una bellissima urna giapponese dell'altezza di un metro e mezzo, coccodrilli imbalsamati e due statue di bronzo, che Nobel stesso aveva ordinato da un antiquario a Roma; piedistalli di bambù per i fiori e quadri giapponesi in legno erano ugualmente di puro stile.
In un salotto cinese continuava lo stile esotico. Il sofà era di ebano, con intarsi di madreperla e le pareti coperte di tela ricamata in stile cinese. Un uovo di struzzo, tazzine da caffè in porcellana di Sèvres, vasi cinesi ed una urna celeste facevano parte dei soprammobili. Inoltre c'era un "salotto di mezzo" con pareti rivestite di seta gialla e un piccolo salotto in stile pompeiano. Qui le pareti era dipinte con affreschi ed inoltre c'era la possibilità di guardare le foto racchiuse in splendidi album, tra i quali uno riguardante la vita di Napoleone.
La camera da letto di Nobel aveva un letto in legno scolpito e il suo studio una libreria con le porte a vetri. Qui, come nelle altre camere, c'era l'illuminazione elettrica. La torre conteneva una sala per riunioni più intime. Ci si poteva divertire con un gioco da corsa ed una roulette, mentre la sala da pranzo era situata al piano terra con un ingresso direttamente dal parco. Una grande tavola sotto i due lampadari di cristallo elettrici e 12 sedie, 2 credenze piene di servizi da tavola e posate d'argento aspettavano gli ospiti. Sullo stesso piano erano situate le camere di servizio e la cucina."
E' curioso sottolineare che Alfred Nobel, il quale svernò, come anticipato, tutti i suoi ultimi anni nella città dei fiori, venne curato dalla sua angina pectoris con un prodotto proprio a base di nitroglicerina! Dopo la sua morte la villa fu acquistata da Jan Parodi che nel 1923 vi ospitò Maometto VI° e la sua corte. Qui avvenne il misterioso suicidio di un alto dignitario, dopo il quale il Sultano si trasferì a Villa Dufour. 
Dal 1969 la Villa è di proprietà della Pubblica Amministrazione e oggi si mostra nella sua bellezza e "bizzarra miscela di stili"!
Si può proprio dire, una Villa dall'aspetto decisamente..... esplosivo! 


Scritto da 
Noemi D'Amore
Fonti: "Sanremo ai tempi del Liberty" e  sito  della Provincia di Imperia

Per info su orari di visita e costi:

noemi.damore@gmail.com

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