sabato 16 febbraio 2013

Monet e la Riviera dei Fiori


Monet a Dolceacqua
Monet fece la sua prima visita in Riviera a fine anno del 1883 in compagnia di Renoir, per soli quindici giorni.
Fu talmente colpito dal fascino dei luoghi che appena rientrato a Giverny, manifestò subito il desiderio di ritornarci, infatti il 23 Gennaio 1884, Monet è di nuovo a Bordighera.
Durante questo suo nuovo viaggio "vagabondò" per la Riviera spingendosi fino nell'entroterra della val Nervia, fino a Dolceacqua, dove dipinse il ponte e il castello e così riportò nei suoi scritti dell'epoca:

"... il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza ..."

Dal 2011 il Comune di Dolceacqua ha posizionato due pannelli con la riproduzione di due quadri, nel luogo in cui Monet posizionò il suo cavalletto e li dipense.




Le Palme di Monet 
Nel secolo scorso molti stranieri, tra cui aristocratici, letterati, artisti e pittori scelsero Bordighera quale luogo per soggiorni anche prolungati, attratti dal suo ambiente naturale particolarmente ridente e rigoglioso, arricchito nella seconda metà dell'Ottocento dalla creazione di splendidi giardini ricchi di una grande varietà di specie esotiche. Fra gli artisti, Claude Monet trascorse diversi mesi all'inizio del 1884 in una piccola pensione di Bordighera ed esplorò tutte le valli intorno alla città nell'intento di immergersi in una atmosfera stimolante ricca di colori vividi e paesaggi spettacolari in uno spirito di ricerca degli aspetti magici e sconosciuti della natura. Dalle numerose lettere appassionate che il pittore scrisse alla sua compagna rimasta a Parigi, Alice Hochédé traspare tutta la seduzione che i luoghi esplorati suscitarono nell'artista. Tutt'oggi si può ripercorrere lo stesso emozionante viaggio di meraviglia e di ammirazione della natura, sulle tracce di Monet. Si possono infatti ancora ritrovare gli stessi suggestivi angoli riportati sulle tele di Monet, ora conservate in gran parte negli Stati Uniti. Lungo la via romana ad esempio, uno scorcio della facciata di Villa Etelinda è presente su diverse tele, sullo sfondo delle imponenti montagne calcaree delle Alpi Liguri. La villa infatti è circondata da uno splendido giardino realizzato dal giardiniere Ludovico Winter, dove si trovano enormi esemplari di Araucaria bidwillii, numerose palme, ulivi e cedri. Di fronte a Villa Etelinda una stretta stradina conduce al Museo Bicknell: un maestoso e inquietante Ficus magnolioides, dal tronco prorompente sulla cinta muraria e cancello, ha invaso il passaggio con rami e radici aeree dall’alto della sua chioma enorme. Superata questa pianta monumentale si ammira il delizioso edificio del museo-biblioteca, lambito nel porticato da un magnifico glicine secolare, fatto costruire nel 1887 da Clarence Bicknell per offrire alla nutrita comunità inglese dell’epoca un elegante e confortevole ritrovo culturale. Profondo conoscitore della flora locali il Bicknell realizzò numerosi acquarelli e tavole di erbario, visibili all’interno. Proseguendo lungo la via Romana si ammira il Giardino Schiva (privato, visibile solo dall'esterno): è un'oasi sopravissuta dell'antico e meraviglioso giardino Moreno, luogo privilegiato dei soggetti di Claude Monet, dove si può ammirare il Pinus canariensis più alto d'Europa. Si raggiunge così il centro storico, molto raccolto e ricco di locali tipici, dove si possono osservare le porte antiche e nella deliziosa piazza centrale la Chiesa Parrocchiale dedicata alla Santa Maddalena. Proprio a ridosso del centro storico si trova presso la Villa che appartenne al famoso pittore Pompeo Mariani dal 1911, un altro lembo del Giardino Moreno: in esso si apprezzano gli olivi secolari, dipinti anche da Claude Monet e magnifici scorci verso il mare. Nel Vallone del Sasso poco distante dal centro storico si percorre un ameno sentiero tutto in piano, immerso tra le palme, le fasce coltivate, orti e alberi da frutto, mentre sull'altro versante del torrente si individuano scarpate rocciose con lecci e molte latifoglie. Non mancano le essenze della macchia mediterranea, dai forti colori e dai profumi intensi. Proprio nello stesso silenzio della natura, dove gli unici rumori sono lo scorrere del torrente e il cinguettio degli uccelli, tra queste palme Claude Monet dipinse molte tele, riportandovi una torre di avvistamento che è ancora visibile oggi. Rientrati dal sentiero del beodo si consiglia la sosta presso la Villa Garnier. Completamente immersa nel palmeto, colpisce per lo slancio della torretta e l’eleganza degli elementi decorativi. Il giardino, seppur di modesta dimensione, è ricco di essenze botaniche esotiche, tra cui spicca una splendida Dracaena draco, che si impone con i suoi ciuffi spadiformi portati nella parte terminale del tronco rigonfio alla base. Il giacinto d’acqua, il falso pepe, varie specie di passiflora sono alcune delle attrattive del giardino. Dalla Villa Garnier in pochi minuti si arriva sul mare, presso il promontorio di Sant’Ampelio, circondato dal Giardino Winter o giardino del Capo: le lingue di roccia levigate dalle onde sono circondate da magnifici esemplari di Araucaria excelsa. Chiamato anche pino di Norfolk, questo grande
albero australiano colpisce per l’imponenza del tronco e dei suoi rami verticillati e orizzontali che formano una alta chioma piramidale (in Australia raggiunge anche i 60 m di altezza!)

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